Fin dal suo annuncio nel 2013,
Quantum Break è stato destinato a far parlare di se, nel bene e nel male. L’esclusiva di
Microsoft creata da
Remedy Entertainment, gli autori di
Alan Wake e
Max Payne, è stata subito al centro di numerose speculazioni riguardo i continui rinvii, il successivo annuncio di una serie TV e non ultimo un resolution gate che tanto pare andare di moda in questi ultimi tempi. Ora, a qualche giorno dall’uscita nei negozi, eccoci gioco alla mano pronti a raccontarvi tutta la verità sul nuovo action cinematografico di
Sam Lake, disponibile dal prossimo 5 Aprile su
Xbox One e
PC Windows 10.
Versione Testata: Xbox One
Time is now
Remedy alza la posta in gioco puntando nuovamente sulla narrazione come elemento portante
Il connubio videogioco e cinema negli ultimi anni ha preso sempre più piede e, con il progresso tecnologico, abbiamo assistito a varie sperimentazioni con soluzioni ibride più o meno convincenti. Il coinvolgimento di attori professionisti e famosi,
ha aiutato a rendere ancora più appetibile queste soluzioni cinematografiche che da sempre hanno affascinato Remedy. Se già con Max Payne la tendenza era quella di spingersi verso il filone hardboiled, l’evoluzione stilistica è continuata con Alan Wake, che sondando le cupe atmosfere di
Twin Peaks e dei racconti di
H. P. Lovecraft,
proponeva un racconto che strizzava l’occhio alle serie televisive, caratterizzato da una narrazione episodica (che in qualche modo anticipava i tempi rispetto alle avventure a episodi a cui siamo abituati oggi) e da un forte taglio cinematografico, a scapito però di un gameplay abbastanza classico e non troppo ricercato, ma sufficiente per far breccia nel cuore dei videogiocatori. Con Quantum Break, Remedy alza la posta in gioco puntando nuovamente sulla narrazione come elemento portante di tutta la produzione,
senza dimenticarsi però di una certa cura per i dettagli per quello che concerne il gameplay, che questa volta promette di portare aria nuova nel genere degli action in terza persona.
In Quantum Break ci troveremo a vestire i panni di
Jack Joyce in visita all’università di
Riverport, dove l’amico di vecchia data,
Paul Serene, lo aspetta per partecipare ad un esperimento, che di lì a poco scoprirà essere incentrato sui viaggi nel tempo. Come è lecito aspettarsi non tutto andrà per il verso giusto, e la comparsa del fratello di Jack
comprometterà gli esiti del test creando una frattura temporale che altererà il normale scorrere del tempo così come lo conosciamo. Sia Jack che Paul rimarranno coinvolti nell’incidente, uscendone si illesi, ma dotati di alcuni strabilianti poteri legati alla manipolazione del tempo. Le prime battute del gioco sono abbastanza serrate e serviranno a prendere confidenza con Jack e i suoi nuovi poteri, mentre cercheremo di scappare con il fratello dall’università, braccati dai soldati della
Monarch Solutions, una potente multinazionale intervenuta dopo gli esiti spiacevoli dell’esperimento. La situazione precipiterà quando inizierà a delinearsi il futuro che ci attende, scoprendo che il nostro caro amico Paul Serene ha usato i suoi poteri per manipolare il tempo a suo vantaggio, diventando la guida della Monarch Solutions, e noi a sua volta scomode pedine da eliminare. Ma è con la morte di
Will Joyce, il fratello di Jack, che prenderà il via la nostra corsa contro il tempo per cercare di porre fine al loschi piani di Paul e trovare una soluzione per ripristinare la fenditura.
History Repeating
Quantum Break è un titolo fortemente incentrato sulla storia e sui suoi sviluppi
Quantum Break è un titolo fortemente incentrato sulla storia e sui suoi sviluppi,
dove le scelte che andremo ad effettuare nel corso dell’avventura avranno forti ripercussioni sul piano narrativo e sulla serie TV che ne espande le vicende parallelamente al gioco. Infatti il telefilm che accompagna il gioco, composto da 4 puntate da 20 minuti l’una, si articola in base alle scelte effettuate durante alcuni punti ben precisi: ogni capitolo si suddivide in livelli di gameplay, dove controlleremo direttamente Jack Joyce, che una volta completati passeranno il testimone a Paul. Queste brevi sezioni chiamate “
Punto di Svolta” permetteranno di decidere il destino dei protagonisti,
optando fra due possibili futuri che porteranno a conseguenze ben diverse, anche sulla puntata del telefilm che si avvierà subito dopo. Tutto quindi viene pensato come un’unica grande opera transmediale, per raccontare una storia complessa e ben pensata, dove i cambiamenti avranno risvolti piuttosto marcati all’interno della nostra avventura. Ad esempio nel primo Punto di Svolta, potremo scegliere se insabbiare la verità dell’accaduto o manipolare l’informazione sfruttando i media, per non compromettere l’integrità della Monarch Solutions. Questo si rifletterà di pari passo sulla presenza o meno di determinati personaggi secondari oltre ad attivare linee di dialogo che si adatteranno al nuovo corso narrativo, così come i collezionabili (
email, appunti e quant’altro) che si modificheranno al variare degli eventi o addirittura le propagazioni quantiche, che permetteranno di sbloccare scene bonus nel telefilm.
La serie TV vede poi la presenza degli attori che prestano le fattezze ai personaggi del gioco, contribuendo maggiormente all’immersione dello spettatore. Ad interpretare Jack Joyce troviamo
Shawn Ashmore (
l’Uomo Ghiaccio nella prima trilogia degli X-Man) mentre suo fratello Will da
Dominic Monaghan, che i più ricorderanno per il ruolo di
Charlie in
Lost. Altro volto noto del piccolo (e grande) schermo è
Aidan Gillen, pronti a rivederlo a fine mese nella nuova stagione di Games of Thrones nei panni di “Ditocorto”, o ancora sempre da Lost Lance Reddick, nel ruolo dell’enigmatico braccio destro di Paul, Martin Hatch. Essere ricorsi ad attori più che navigati non solo a valorizza l’aspetto recitativo di Quantum Break, ma anche quello della serie, che pur non brillando di chissà quali valori produttivi, riesce a farsi apprezzare, specialmente per la coerenza con la quale si ricollega al gioco, facendo da ponte in particolar modo ad alcuni eventi secondari solamente accennati durante le fasi di gameplay, oltre a fornirci un differente punto di vista su tutta la vicenda.
C’è però un grosso “ma” relativo al sistema di scelte morali da effettuare. Se
l’implementazione in sé della meccanica funziona benissimo a livello narrativo, incanalando la storia su determinati binari e, cosa a nostro avviso più importante, creando un sottobosco di informazioni contestuali che espandono il racconto,
le decisioni prese influenzeranno solamente alcuni aspetti secondari della storia, non intervenendo direttamente sull’ossatura del racconto. L’assenza di finali multipli era ormai chiara da mesi, come già annunciato dagli stessi sviluppatori che, operando una manovra che può sembra poco coraggiosa, a conti fatti si rivela adeguatamente regionata, specialmente nell’ottica di un futuro seguito (
se mai ce ne sarà occasione) che avrebbe obbligato a delineare un finale canonico per ragioni di continuità.
Un altro argomento spinoso che nei giorni scorsi ha infiammato le discussioni nei forum riguarda la durata di Quantum Break.
Essendo un titolo così story based, la durata media di una run si attesta sulle 10 ore, comprensive degli episodi della serie TV, imprescindibili per godere a pieno della storia proposta da Remedy. Una longevità un po’ tirata ma vincolata da una storia che in quel lasso di tempo riesce ad esprimere tutto il suo potenziale senza risultare troppo ridondante o eccessivamente allungata. Quantum Break
ha dalla sua una forte rigiocabilità, data non solo la raccolta dei collezionabili, ma dalle scelte dei Punti di svolta, che
permettono di rivivere l’avventura stravolgendone gli eventi. E sarà proprio la curiosità di sapere quali cambiamenti avverranno a seconda della scelta effettuata a spingere il giocatore a continuare a vestire i panni di Jack Joyce.
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